domenica 24 febbraio 2013



II Settimana del Tempo di Quaresima


Perdonate e sarete perdonati



Lunedì 25 febbraio - S. Gerlando, Vescovo


Dal Vangelo secondo Luca  (Lc 6,36-38)

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».


Spunto di meditazione e di preghiera personale:

Un Vangelo ancora una volta molto attuale, quello di Luca, che propone la "sua" versione del Discorso della montagna di Matteo.
Gesù predica la Buona Novella, l’avvento di un 'uomo nuovo', perché nuovo è il rapporto della persona umana con Dio. Lo stesso Dio, come abbiamo visto nei giorni scorsi anche con l’insegnamento della preghiera del “Padre  Nostro”, non appare più, com'era invece nell'esperienza veterotestamentaria, un Dio che - nonostante il Suo farsi presente nella storia di Israele - rimane in definitiva lontano, assolutamente trascendente, un Creatore onnipotente che risiede "nei cieli dei cieli"; ma è un Dio con noi e per noi (come in Cielo, così in terra).
Lui, come ogni buon padre, si propone di educare, di formare i propri figli, con una cura che passa attraverso il dono di una vita esemplare (quella del Figlio) ma che si traduce anche in un nuovo insegnamento: amatevi come io vi ho amato, ama il prossimo tuo come te stesso...
Qui Gesù ci dice che Lui si aspetta che noi sappiamo cogliere la sovrabbondanza della misericordia divina come il metro di misura che Lui ci chiede nei confronti del nostro prossimo, dei nostri fratelli.
Proteso verso il Suo prossimo sacrificio per il perdono dei nostri peccati, Gesù ci dice che tutte le nostre colpe verranno perdonate (e trasferisce ai discepoli la possibilità di farlo, a nome Suo!) nella misura in cui noi ci apriremo ad un'eguale ampiezza di accoglienza del fratello, di benevolenza verso le sue fragilità, di com-passione verso il suo male.
L'atto di giustizia più vero che noi possiamo fare, quindi, è il perdono, la misericordia, che attesta al mondo la vera identità del nostro Padre Celeste, per cui noi per primi diventiamo fedeli testimoni della misericordia ricevuta, prova vivente del fatto che con noi Dio non ha operato secondo la giustizia retributiva (che pure ha un suo valore importante nella Creazione), ma secondo la sovrabbondanza del perdono.
E’ il senso di gratitudine per tutto ciò che abbiamo ricevuto che si deve sviluppare, e la nostra capacità di ringraziamento, ogni giorno, per quanto riceviamo.
Siamo capaci di perdonare? Siamo capaci di non emettere giudizi frettolosi sul nostro prossimo, sui colleghi di lavoro, sui nostri amici, sui nostri familiari, soprattutto su chi ci è nemico? Ci ricordiamo sempre del: “chi è senza peccato scagli la prima pietra?”, siamo capaci di perdonare anche chi ci ha fatto del male? Quali fatti portano il segno della nostra disponibilità attiva alla misericordia? 
Preghiamo il Signore perché la Sua parola ci conforti e ci sostenga in questo difficile rapporto quotidiano con noi stessi e con gli altri, ricordandoci sempre quanto sia grande il Suo amore per noi e quanto questo amore illumini i nostri cuori per essere capaci di superare i nostri egoismi e individualismi, per essere pronti a donare lo stesso amore e perdono ai nostri fratelli!